Dott.ssa Lucia Di Guida
“Giro-girotondo, casca il mondo,
casca la terra,
tutti giù per terra!”
Quante volte ci è capitato di ascoltare e cantare questa canzoncina, magari immaginando dei bambini che, divertiti, girano formando un cerchio e stringendosi le mani. Adesso invece, queste stesse parole sembrano riempire il solco di una ferita che ha tagliato la nostra terra in due. Casca il mondo e casca la terra, cascano le case, cascano le scuole e i luoghi di ritrovo di tanti nostri connazionali.
Il terremoto ha ridotto tutto in macerie e ricoperto di polvere vite e ricordi. Coloro che sopravvivono, quelli che restano, diventano testimoni e memoria di un’intera comunità. I momenti successivi ad eventi catastrofici e imprevisti come i terremoti sono spesso dinamici, di messa in sicurezza, connotati dal desiderio di riorganizzare le vite e riunire la comunità per sentire quel senso di continuità che sembra perduto; un senso di continuità spesso racchiuso anche in oggetti materiali, i quali rappresentano momenti o persone della nostra vita, e che il terremoto porta via con sé, inesorabile.
Tutto sembra muoversi, ma tutto resta fermo
Il terremoto e le catastrofi naturali sono alcuni tra gli eventi definiti “traumatici”. Secondo la definizione dell’OMS riportato nel Rapporto “Violenza e Salute” (2002), “il Trauma è il risultato mentale di un evento o una serie di eventi improvvisi ed esterni, in grado di rendere l’individuo temporaneamente inerme e di disgregare le sue strategie di difesa e di adattamento” (Terr, 1991). Il trauma è un'esperienza di particolare gravità che compromette il senso di stabilità e continuità fisica o psichica di una persona.
Disturbi psicologici associati al trauma
Persone che hanno vissuto gravi eventi traumatici e che sono sopravvissuti a catastrofi naturali sono ad alto rischio di sviluppare disturbi quali il disturbo da stress post traumatico e il disturbo acuto da stress...